giovedì 12 maggio 2016

OSTIA, ZANNOLA E I FINANZIAMENTI ELETTORALI DEL 2013

Francesco D'Ausilio (sx) e Paolo Orneli (dx)
all'inaugurazione del comitato elettorale nel 2013
Il Municipio X non andrà al voto il 5 giugno se non per eleggere il Consiglio Comunale e il Sindaco di Roma. Tuttavia il commissariamento per mafia di Ostia non ha impedito al PD, di cui è stato arrestato l'ex-presidente del municipio, Andrea Tassone (PD), nell’inchiesta Mondo di Mezzo, di proporre un proprio candidato al Comune. Si tratta di Giovanni Zannola, anche lui citato nelle pagine di Mafia Capitale, eletto alle scorse amministrative con 1.293 preferenze. Zannola ha ricoperto, durante il mal governo di Tassone, il ruolo di Presidente della III Commissione Permanente Servizi Sociali, Pari Opportunità e Sport, ed è stato membro delle Commissioni Lavori Pubblici e Mobilità ed Attività Produttive e Turismo. Questa scelta del PD dovrebbe presupporre una piena trasparenza sulla persona di Zannola e sui suoi eventuali rapporti con le cooperative di Buzzi e Carminati che hanno imperversato ad Ostia.

I DATI PUBBLICI
Sul sito del Comune di Roma vengono pubblicati (ai sensi dell’art. 14 del Decreto lgs. n. 33/2013), le informazioni riguardanti i componenti degli Organi di indirizzo politico-amministrativo del Municipio X, in carica fino all’8 aprile 2015. Su Giovanni Zannola risulta che abbia ricevuto, in qualità di consigliere municipale, 18.876,59 euro lordi come gettoni presenza tra giugno 2013 e marzo 2015.
Negli anni 2013 e 2014, Zannola non ha assunto altre cariche presso enti pubblici o privati e non ha ricoperto incarichi con oneri a carico della finanza pubblica. A livello patrimoniale, Zannola ha dichiarato di essere proprietario solo di una Renault Clio del 2008 e di non avere alcun bene immobile, così come nessun incarico, quota o azioni societarie. Per la sua campagna elettorale non ha ricevuto alcun finanziamento dal PD e ha speso 2.600 euro in materiale pubblicitario (volantini e manifesti) senza mai indicare la provenienza dei soldi e le fatture di pagamento. Addirittura manca nella documentazione presentata il nome del mandatario, obbligatorio per legge su importi superiori a 2.500 euro (*). Dunque Zannola non solo non ha mai documentato le spese, ma neppure ha specificato dove ha preso i soldi e nemmeno si ha la certezza che le “spese” siano state solo 2.600 euro. Infatti, in data 25 aprile 2013 Zannola ha inaugurato la sede del proprio comitato elettorale in C.so Duca di Genova 42, dimenticando di dichiararne le spese come previsto dalla legge (Legge 10/12/93, n. 515, art. 11, commi 1 e 2). Zannola, che nel 2012 ha percepito solo 2.401,00 euro dalla FIGC (arbitro calcio a 5), non aveva la capacità economica di sostenere queste pur minime spese visto che nel 2014 (redditi 2013) ha dichiarato solo 4.619 euro (redditi assimilabili a lavoratore dipendente, cioè da consigliere municipale) e 750 euro di redditi da attività occasionale, come certificato dal CAF Cinecittà Est.

LA PROVENIENZA DEI SOLDI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL PD
Ad Ostia l'attività delle cooperative di Salvatore Buzzi, braccio economico di Massimo Carminati, entrambi imputati di associazione a delinquere di stampo mafioso, è conclamata. Così come i legami di Buzzi con Andrea Tassone (PD), con Enrico Gasbarra (PD e che ha 'imposto' Tassone a presidente del Municipio X) e con Francesco D'Ausilio, ex-capogruppo capitolino del PD sotto Marino e amico, nonché Pigmalione, di Zannola. Per altro la moglie di D'Ausilio, Emanuela Droghei (PD), è stata, nella giunta di Tassone, l'Assessore alle politiche sociali, la stessa 'materia' della III Commissione presieduta proprio da Zannola. Degli 11 consiglieri municipali eletti del PD ben 9 hanno dichiarano di non aver sostenuto alcuna spesa per la campagna elettorale, ma di essersi avvalsi "di mezzi e materiali propagandistici predisposti e messi a disposizione dal partito". Lo stesso per i 4 assessori del PD (solo 1 ha avuto spese per 2.000 euro). Grotteschi i contributi di 1.350 euro ad Andrea Tassone da parte di Ornella Bergamini (consigliere eletta PD che dichiara, per lei, zero spese) e 600 euro da Giuliano Droghei (padre di Emanuela). A tutt'oggi Tassone non ha saldato il debito verso la società Arti Grafiche srl di ben 10.400 euro. I conti della campagna elettorale 2013 del PD ad Ostia proprio non tornano anche perché non li ha controllati nessuno essendo semplici autocertificazioni.

ELEZIONI COMUNALI 2016: QUALE TRASPARENZA?
"Le risultanze dell'accesso hanno posto in rilievo il sostanziale asservimento della struttura politica ed amministrativa del Municipio X agli interessi della criminalità organizzata in un quadro ambientale connotato dall'invasiva presenza di associazioni di stampo mafioso, spesso in conflitto tra loro, di cui è stata rilevata un marcata vocazione al controllo del territorio". Sono le parole del Ministro degli Interni. In effetti ad Ostia abbiamo avuto un ex-minisindaco, Andrea Tassone (PD), arrestato per le sue interessenze con Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Abbiamo il candidato a Sindaco del PD, Roberto Giachetti, che chiede nelle sue liste la massima trasparenza. Abbiamo un candidato del PD proveniente da Ostia, Giovanni Zannola, che si è sottratto con malizia agli obblighi previsti per legge nelle dichiarazioni delle spese elettorali e che, tra i proventi della Festa de l'Unità ad Ostia Antica (da lui organizzata ogni anno), quelli del locale Quore Matto (di cui è locatore ma che sub-affitta rendendolo un pub pur avendo destinazione d'uso 'uffici') e proventi vari legati a più associazioni, colloca Zannola nella dichiarazione dei redditi del 2014 al di sotto della soglia di povertà assoluta. Sarebbe opportuno che Giachetti chiedesse a Zannola di aggiornare i dati e dirci da chi ha preso e da chi prende i soldi per fare della politica un mestiere, una professione.

(*) Legge n.96 del 6 luglio 2012 (art.13, comma 3) la nomina del mandatario (cioè colui che risponde delle entrate) e l'apertura del conto corrente dove far transitare i soldi, è obbligatoria qualora si intenda raccogliere fondi, ricevere servizi o spendere denaro proprio per oltre 2.500 euro. 

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