lunedì 25 aprile 2016

OSTIA, VILLAGE: QUALE SORTE?

sistemazione della spiaggia del Village
A oltre un mese dalla mancata inaugurazione dello stabilimento balneare Village (confiscato in via provvisoria al clan mafioso dei Fasciani) ancora non emergono quei 'documenti mancanti' al centro della questione. In attesa di conoscere gli sviluppi, mentre la società Hesperia srl provvede a sistemarne la spiaggia e a utilizzare il ristorante in attesa dell'apertura della stagione estiva, vogliamo sottoporvi un interessante articolo del giornalista d'inchiesta Luca Teolato. Del Village mai nessuno ha scritto con maggiore competenza e documentazione alla mano.
http://www.progettoitalianews.net/news/esclusiva-roma-400-mila-euro-alla-societa-confiscata-al-clan-fasciani-per-gestire-lo-stabilimento-village-di-ostia-confiscato-al-medesimo-clan/

lunedì 4 aprile 2016

SABELLA, IL “MAFIA-HUNTER” DEL PD. DA “CAPITALE INFETTA” A “CAPITOLI INFETTI”

I cittadini e gli imprenditori di Ostia si interrogano
(Comitato X Municipio - Mare di Roma)
Basterebbe il titolo per chiosare sull'esperienza di Alfonso Sabella ad Ostia, ma vale la pena rimarcare alcuni episodi esemplificativi a poche ore dalla presentazione del suo libro “Capitale infetta” presso il Teatro del Lido ad Ostia il prossimo 6 aprile in compagnia di Rosy Bindi (PD). Sabella, ex  Assessore alla Legalità e ai Beni Confiscati alla Mafia del Comune di Roma è stato, dal 29 aprile 2015 all'8 settembre 2015, anche "delegato all'esercizio sostitutivo delle funzioni amministrative di Presidente del Municipio Roma X".  Il parlamentino ostiense non è stato commissariato per mafia sotto il mini-sindaco “avvitatore di lampadine”, Andrea Tassone (PD), dimessosi il 18 marzo 2015, bensì  sotto il mini-‘governicchio’ di Sabella. Lo dichiara lo stesso Sabella nel suo libro, che per il numero di strafalcioni contenuti dovrebbe titolarsi ‘Capitoli infetti’. “Il nostro tempo, purtroppo, scade appena quattro mesi dopo, il 27 agosto, quando il Municipio di Roma X, più popoloso ed esteso di Reggio Calabria, verrà sciolto per mafia” e continua “a Roma l’unico sciolto per mafia sono stato proprio io” (pag. 131). Tra una ‘distrazione’ e l’altra, come nel caso dello stabilimento Village; tra un’operazione maschia e l’altra, come nel caso delle “ruspe della legalità” o i “varchi della legalità”, finiti sotto inchiesta e che hanno valso al mafia-hunter il nomignolo di Affondo Sabbiella e ai cittadini un risarcimento del danno a tre gestori delle spiagge di Castelporziano; tra una confusione di persona e l’altra, come nel caso di Nazzareno Fasciani, che Sabella scambia nel suo libro per il figlio di Carmine quando invece è il fratello; Sabella si tiene in forma facendo le vasche non al Polo Natatorio di Ostia bensì al largo del Nazzareno, sede del Partito Democratico, cavalcando i diktat del Commissario del PD di Ostia, Sen. Stefano Esposito. Sul ruolo politico ricoperto da Sabella hanno storto il naso in molti, tranne il PD ovviamente. Persino l’Unione delle Camere Penali. Ma Sabella se ne frega. A lui non basta essere uno e trino (magistrato, assessore e portavoce del PD) e allora indossa i panni dello sceriffo girando con la pistola tra i dipendenti nel Palazzo del Governatorato sede del Municipio.
Il commissariamento per mafia del mini-‘governicchio’ di Sabella avviene nonostante non ci sia alcun politico o amministrativo indagato per mafia, contrariamente all’affermazione del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che parla di un “sostanziale asservimento della struttura politica ed amministrativa del Municipio X agli interessi della criminalità organizzata”, palesandosi così l’ipotesi di un eccesso di potere . Ma il culmine lo si raggiunge con le dichiarazioni di Matteo Orfini, Presidente del Partito Democratico: “se il Pd non avesse commissariato Ostia, Roma sarebbe stata sciolta per mafia”, frase di rilevante gravità mai smentita dai Prefetti. Inoltre, non è dato sapere perché si consentirà l’esercizio del voto su un territorio commissariato per mafia alle prossime elezioni amministrative comunali, mentre si impedirà quello per il Municipio X che ha poteri limitati e spesso solo consultivi. Tradotto, potranno ricandidarsi al Comune di Roma tutti i consiglieri municipali dell’era Tassone e si voterà negli stessi seggi in cui si è riconosciuto il controllo dei voti per la presenza di associazioni di stampo mafioso.
Insomma, ad Ostia siamo passati dalla gestione di un mafia-hunter commissariato per mafia ad una Commissione Prefettizia che in Commissione Antimafia parla di problemi urbanistici, amministrativi e idrogeologici su cui la Commissione non ha alcuna competenza. Ma il Presidente della Commissione Rosy Bindi invece di fare luce sulle opacità di cui sopra, viene ad Ostia a presentare il libro di Sabella, in un territorio che sembra sempre più controllato dal PD, ante e post Tassone, mentre l’ “asservimento della struttura politica ed amministrativa del Municipio X agli interessi della criminalità organizzata” è ancora non pervenuta.

domenica 3 aprile 2016

OSTIA, VILLAGE: UNINDUSTRIA E LA 'DISTRAZIONE' DI SABELLA



Le strutture dello stabilimento Village costituiscono un'eccellenza sul Litorale. Dopo il sequestro avvenuto nel 2013, il Comune di Roma, ma più propriamente il Municipio X, avrebbe dovuto non solo tutelare il bene, ma garantirne soprattutto l’uso sociale, come previsto dalla Delibera di Giunta Capitolina nr.311 del 24/10/2014 [1]. La Delibera, promossa dall'ex vice-sindaco Luigi Nieri, è stata completamente disattesa nei contenuti dall'Assessore alla Legalità e ai Beni Confiscati alla Mafia, Alfonso Sabella, insediatosi al Comune di Roma il 23 dicembre 2014, e dal 29 aprile 2015 all'8 settembre 2015 anche "delegato all'esercizio sostitutivo delle funzioni amministrative di Presidente del Municipio Roma X". Mentre era concentrato a portare avanti sul Litorale “le ruspe della legalità” nel nome dell’antimafia, con l’obiettivo di restituire ai cittadini ciò che la criminalità e la cattiva politica avevano tolto, si ‘distrae’ inspiegabilmente sull’unico caso di sequestro e poi confisca per mafia ad Ostia. Addirittura non dispone nemmeno la decadenza della concessione del Village in autotutela, cosa singolare per un “mafia hunter”.

Dopo la nostra denuncia pubblica sulla irregolarità con cui il Municipio X ha autorizzato l’Hesperia srl a condurre lo stabilimento Village [2], il 21 marzo scorso è saltata la sua inaugurazione ufficialmente per “mancanza di documenti”. Il Municipio X, guidato da una Commissione Prefettizia, ha preso atto che la procedura di assegnazione del Village, nata sotto Sabella, non era regolare.

A confermarlo è anche Stefano Cenci di Unindustria: "Seguo il progetto di riapertura del Village dal 6 maggio 2014 ed ho supportato i colleghi che per i prossimi 3 anni hanno, dopo una scrupolosa selezione che le amministrazioni competenti hanno effettuato, la responsabilità di riaprire questo stabilimento. Tale riapertura è avvenuta nel rispetto delle regole, che ripeto, sono state definite dalle leggi in materia e applicate dalle Autorità competenti". I 'colleghi', cui si riferisce Stefano Cenci, proprietari dell'Hesperia srl, sono Lucio Fabi e Filippo Penelaggi, quest'ultimo consigliere della Inmatica Spa, società di cui Stefano Cenci era amministratore delegato e socio dal 1989 al 1996 (anche il sito web http://www.ostiavillage.it/ è stato realizzato dalla Inmatica SpA). Per l'Hesperia srl il Village è un vero e proprio colpaccio: prende in affitto per tre anni tutta la struttura (bar, pizzeria, yogurtheria, ristorante, spiaggia e servizi) all'irrisoria cifra di 10.000 euro al mese!

Ma qualcosa non torna. Il Village è stato confiscato il 30 gennaio 2015 [3]. Perché allora Cenci afferma che segue "il progetto di riapertura del Village dal 6 maggio 2014", cioè quando ancora risultava solo sequestrato? Ricordiamo che in data 10 marzo 2014 è stato sottoscritto un "Protocollo d'intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati" tra il Tribunale di Roma, Unindustria ed altri soggetti. Il protocollo prevedeva l'impegno di Unindustria a rendere "disponibile tutto il patrimonio di conoscenze e competenze sviluppato nell'ambito della propria attività" ai fini di superare, affiancando l'amministratore giudiziario, "le molteplici problematiche connesse alla gestione dei beni sequestrati", soprattutto quelle relative al profilo occupazionale. Invece nulla di tutto questo si è realizzato perché durante la fase di sequestro, avvenuto a luglio 2013, nessuno si è interessato del Village, che è stato lasciato in abbandono. Solo dopo la sentenza provvisoria di confisca (30 gennaio 2015) e la nomina del dr. Massimo Iannuzzi a Coadiutore dell'ANBSC, si è mossa Unindustria non mettendo però a disposizione le proprie competenze alla società vincitrice di una “scrupolosa selezione”, come previsto dal protocollo, ma segnalando direttamente al Tribunale di Roma una società di suo gradimento, l'Hesperia srl appunto, costituitasi solo 2 mesi prima dell'assegnazione.

Persino l'Assessore alla Legalità della Regione Lazio, Concettina Ciminiello, aveva ribadito che il protocollo firmato il 10 Marzo 2014 prevedeva l’uso sociale dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. Il protocollo era stato promosso addirittura dal Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Roma, Guglielmo Muntoni, che già in data 11 marzo 2014, in Commissione parlamentare antimafia, aveva lamentato come il Tribunale di Roma stava gestendo un numero spropositato di immobili. Secondo i dati del sistema Sippi (Sistema informativo prefetture e procure d'Italia)infatti, risultavano al momento ben 1.052 immobili, 476 aziende, 362 veicoli e varie imbarcazioni. Insomma, un grande ‘business’.

Stefano Cenci però non è soltanto l'artefice della discussa assegnazione alla Hesperia srl dello stabilimento Village, confiscato in via provvisoria ai Fasciani il 30 gennaio 2015, ma è anche delegato di Unindustria per l'Autorità portuale di Civitavecchia, Presidente della sede Unindustria di Civitavecchia e promotore de "la trasformazione di 127 ettari di terreni oggi agricoli in un’area al servizio del porto dove allocare insediamenti per attività produttive e legate ai traffici portuali". Ma gli affari di Unindustria sul Litorale laziale sono ancora più grandi. In ballo infatti c’è l’ampliamento dello scalo crocieristico e la costruzione di un nuovo terminal container nel porto di Civitavecchia, la realizzazione di un’area franca nel retroporto, l’avvio di un district-park e di nuovi collegamenti ferroviari, un nuovo porto commerciale a Fiumicino oltre agli interventi di ampliamento della banchina e dragaggi per lo scalo di Gaeta. "Tutte opere che Unindustria, sotto la guida del presidente Maurizio Stirpe, ha sostenuto, anche a livello governativo,  collaborando sia con l’Autorità portuale di Civitavecchia, guidata da Pasqualino Monti, sia con la Regione Lazio", per un giro di affari di oltre 1,3 miliardi di euro.

Dunque, l’uso sociale dei beni confiscati non può cadere per legge nella mani di soggetti che operano speculazioni finanziarie e che sono in grado di ‘forzare’ con il loro peso lobbistico le scelte delle amministrazioni a loro vantaggio. E fa specie che ciò sia avvenuto proprio ad Ostia, oggi commissariata per Mafia, con l’illustre ‘distrazione’ di un noto magistrato come Alfonso Sabella, che si era però già ‘distratto’ durante le torture avvenute al G8 di Genova presso la Bolzaneto.
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[1] "Approvazione degli indirizzi per l'affidamento in concessione attraverso procedure di evidenza pubblica dei beni di proprietà di Roma Capitale acquisiti ai sensi del Decreto Legislativo n. 159 del 6 settembre 2011 "Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136".

[2] LINK: OSTIA, MAFIA: AL VILLAGE IL PREMIO ‘FACCIAMO COME CI PARE’.
[3] Procedimento penale n.54911/12 R.G.N.R. - 14008/13 R.G. G.I.P. sentenza n.6846/15 depositata in data 27 aprile 2015.